“Souk di Marrakech: rose di campagna nei mucchi di merda”. (Roland Barthes, da “Incidenti”)
Mi piace frequentare la casa di Adriana e Zouheir.
Nel periodo del Ramadan di sera si interrompe il digiuno con latte e datteri. Zouheir una volta ci ha cucinato un ottimo cous-cous con carne e verdure. Mi piace anche quando Adriana, di ritorno dal suo ennesimo viaggio in Marocco, mi chiama da lei per mostrarmi i suoi “tesori”. L’ultima volta aveva acquistato decorazioni per abiti e si era fatta fare uno splendido vestito in un leggero velluto blu, un blu bellissimo.
Mi aveva anche mostrato le foto scattate di sera in casa tra donne che ballavano, cantavano e mangiavano dolci, mentre gli uomini erano fuori.
E poi gli schizzi, annotati su foglietti volanti, di decorazioni di porte che aveva visto camminando nei paesi o dal finestrino dell’auto. Dovresti vederle queste porte, tutte diverse, e che colori! Sono “pittura” mi diceva, versandomi del tè alla menta da una luccicante teiera d’argento.
Sabrina Mezzaqui,
Bologna 1998